guglie del Lebendun

Difficoltà:

EE

Dislivello:

1750 mt.

Sviluppo:

21,5 km.

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Escursione guglie del Lebendun

MORASCO 1750 MT. - PIZZO DEL COSTONE 2950 MT.

Sentieri : G39 - G37 - g97 - g95

L'escursione che da Morasco porta alle guglie e punta del Lebendun non è adatta a tutti, occorre essere degli escursionisti esperti e ben allenati. Passando dal passo del Vannino ( o passo di Lebendun come viene anche riportato su alcune mappe ) e dal passo del Nefelgiù è possibile fare un circuito ad anello che si sviluppa su oltre 21 km. e 1750 mt. di dislivello. Bellissimi i panorami sui ghiacciai ed i laghi della val Formazza, da valutare uno o più pernottamenti presso i rifugi Mores e Margaroli per godere a pieno l'escursione. L'escursione alle guglie del Lebendun fatta ( andata e ritorno ) dal Vannino esclude i tratti più insidiosi del percorso, da valutare...


Arrivati a Morasco ( 1750 mt. ) si lascia l'auto nel parcheggio a pagamento sotto la diga, ad oggi ( 2022 ) il costo è di 5€ per tutto il giorno. Attenzione, la cassa automatica non dà resto.
Si sale quindi al lago e dopo aver costeggiato la diga per tutta la sua lunghezza si attraversa il torrente Griess e si seguono le indicazioni a destra per il lago dei Sabbioni, il percorso che qui suggeriamo (verso destra alla biforcazione) è ben protetto all’ interno di una conca e adatto a tutti. Un’alternativa è quella del vecchio sentiero che però è meglio evitare, sebbene ancora ben visibile. A metà strada circa i due sentieri si riuniscono, in corrispondenza di un piccolo baitino usato dai pastori.
Più avanti si trovano le indicazioni per il lago dei Sabbioni ( G39 ) e dopo aver attraversato il torrente si procede sul versante sinistro fino al rifugio Cesare Mores sul lago dei Sabbioni a 2500 mt. Molto suggestiva la vista sul ghiacciaio dell'Arbola, almeno per quel che ne resta.
Da sopra il rifugio parte il sentiero che porta al rifugio Somma Lombardo dove troviamo le indicazioni per il sentiero G37 che conduce al Lebendun ed al rifugio Margaroli sulla diga del Vannino.
Dal Somma parte un lungo traverso inizialmente su prati molto ripidi, da fare con cautela, seguendo i numerosi segnavia ( ometti in pietra e bolli bianco rossi ) si arriva ai laghi di Ban a 2620 mt., si aggira quindi il laghetto e si sale lungo la pietraia costeggiano per il primo tratto il torrente che lo alimenta.
In questo tratto è importante mantenere sempre il contatto visivo con i frequenti segnavia sulla pietraia fino ad arrivare alla base del Pizzo del Costone ( 2950 mt. ), si risale quindi la ripida costa fino circa 2930 mt. dove troviamo il sentiero che scende ripido verso le guglie del Lebendun. Questo tratto è da fare con molta cautela.
Si prosegue quindi in falso piano fino alle guglie del Lebendun 2890 mt., ben visibili anche da lontano, più avanti la punta del Lebendun 2935 mt.
Da qui inizia il tratto che aggira il Lebendun e porta al passo del Vannino 2730 mt., si cammina lentamente su pietraia e la scarsa segnalazione costringe ad usare un pò l'orientamento, arrivati al passo del Vannino si scende rapidamente al lago di Sruer 2230 mt. per poi proseguire verso il lago del Vannino.
Poco prima di raggiungere il lago ed il rifugio Margaroli troviamo le indicazioni per il passo di Nefelgiù ( G97 ), arrivati al passo a 2580 mt. inizia la lunga discesa verso la diga di Morasco e quindi al punto di partenza.

 

Anche la sola escursione alle guglie del Lebendun, senza fare il circuito ad anello, è consigliato solo ad escursionisti esperti e con condizioni meteo ottimali. La presenza di nevai potrebbe rendere difficile seguire i segnavia e rendere molto pericolosi alcuni tratti del percorso. Escursione da fare a stagione estiva inoltrata.

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Informazioni

Difficoltà :

EE

Dislivello :

1750 mt.

Sviluppo :

21,5 km.

Tempo totale ore +/-:

9

Traccia GPS:

Segnale telefonico:

Assente

Come arrivare:

Meteo:

T = Turistico

Itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

 

E = Escursionistico

Itinerari che si volgono su terreni di ogni genere, oppure su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi, dove tuttavia i tratti esposti sono in genere protetti o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi né impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza dell’ambiente alpino, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. Costituiscono la grande maggioranza dei percorsi escursionistici sulle montagne italiane.

 

EE = Escursionisti Esperti

Si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minore impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza, nonché la conoscenza delle relative manovre di assicurazione. Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate. Per i percorsi attrezzati è inoltre necessario conoscere l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini).

 

EEA = Escursionisti Esperti, con Attrezzature

Questa sigla si utilizza per certi percorsi attrezzati o vie ferrate, al fine di preavvertire l’escursionista che l’itinerario richiede l’uso dei dispositivi di autoassicurazione.

 

Fonte CAI

COME LEGGERE I DATI

 

Il portale Open Trek nasce dalla collaborazione tra appassionati di trekking, per dare un servizio gratuito e quanto più possibile completo a tutti coloro che vogliono fare escursioni in Ossola e zone limitrofe. Nonostante il nostro ed il vostro impegno a controllare e aggiornare tutte le informazioni non possiamo garantire l'esattezza di quest' ultime. 

Per questo motivo il portale Open Trek non si assume nessuna responsabilità per danni o incidenti derivanti da informazioni non corrette, sbagliate o mal interpretate. Tutti i tempi e le descrizioni delle escursioni sono da considerarsi solo indicativi.

 

In particolar modo il tempo indicato per l'escursione può variare sensibilmente in base alla forma fisica ed al meteo.

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Cat. dislivello :

1500/2000 mt.

Cat. sviluppo :

oltre 20 km.

Cat. Tempo :

8/12 ore.