aple capraga

Difficoltà:

E

Dislivello:

452 mt.

Sviluppo:

5 km.

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Escursione ad anello Colloro e Capraga

COLLORO 523 MT. - CAPRAGA 1200 MT.

Sentieri : /

Attorno agli alpeggi alti di Premosello si osserva un’estesa area con significative testimonianze architettoniche della civiltà rurale alpina e ampi tratti di paesaggio terrazzato. Il percorso proposto ha inizio dalla frazione Colloro, sale alla località S. Bernardo, e di qui compie un anello tra i nuclei d’alpeggio di Capraga.

 

IL PERCORSO

Il percorso parte dalla frazione Colloro, raggiungibile da Premosello in auto o percorrendo due mulattiere (sentiero natura del Parco Val Grande). Nei pressi della Chiesa di San Gottardo s’imbocca il sentiero che sale nel bosco in direzione di Capraga; alzandosi progressivamente di quota si arriva alla cappella della Burèta, punto panoramico. Dopo un breve tratto si raggiunge l’oratorio di San Bernardo (XV secolo) (m 834) alla cui sinistra si trova il sentiero che porta a Biogno (m 831). Da qui si procede sul sentiero che, risalendo il versante, porta al nucleo di Beròlo (m 947), incrociando poco prima della frazione la strada forestale che sale dalla località Fontana del Bosco. 
Da qui si segue la gippabile che porta a raggiungere le baite di Sasso Termine (962 m). Per il rientro, dal centro dell’alpe si prende il sentiero che scende a San Bernardo e da qui a Colloro lungo il percorso fatto all’andata.

 

TERRAZZAMENTI

Attorno alla frazione di Colloro si possono osservare terrazzamenti ancora utilizzati come orti e frutteti, salendo verso San Bernardo i terrazzamenti sono occupati da boschi di castagno, mentre negli alpeggi di Capraga, che non sono più abitati stabilmente, i terrazzi, molto ben conservati, oggi per lo più ospitano prati.

È degno di nota che a Premosello si possano ancora trovare 1000 metri di dislivello consecutivi fittamente terrazzati. Infatti da Premosello (250 m s.l.m.) è possibile raggiungere Pra Gat (alpe sopra Capraga a 1200 m s.l.m.), camminando da un terrazzamento all’altro. Erminio Ragozza descriveva in questo modo il territorio di Colloro nel Libar d’la Ca’ Vegia d’Clor e d’Cravaga: "Sono balconi al sole con davanzali di verde smeraldo i grumi di case... allineate tra i terrazzamenti di vigne e di biade alle spalle e i prati distesi in lento pendio davanti […]. Roccia viva, sassi spigolosi, muretti di sostegno, muretti di confine. Sassi, sassi, sono stati per secoli compagni della fatica dei poveri, simbolo di quella rudezza di carattere”.

Nel dialetto di Colloro la parola terrazzamento non è una sola, ma ha diverse specifiche; ciò dipende dall’estensione e da cosa veniva coltivato. Le sosti, che in altre località vengono chiamate sustna o sustan sono terrazzamenti molto grandi. Sinonimo di sosti è "sulcheta" (evidentemente veniva coltivata). I "runch" possono esse grandi oppure più piccoli "runchett", ma mai grandi come le "sosti". I ronchi possono essere anche di pochi metri quadri e ricavati in lembi di terreno molto scoscesi. Ci sono diversi toponimi con la parola Runc (= terreno dissodato e coltivato): Lut du Runc a Colloro o i Runchet a Premosello. “Ciot” o “Ciutin” possono essere terrazzamenti con alberi da frutto.

Il materiale utilizzato per i terrazzamenti è la pietra locale facilmente reperibile, detta “Sass Frin”: uno scisto rossastro contenente ferro, difficile da lavorare, che si spacca in scaglie, adatto solo per costruzioni di muretti e terrazzamenti (testimonianze di Silvano Ragozza, fratelli Abbondi, Annalisa Borghini).

 

PUNTI DI INTERESSE

1. Colloro - Chiesa di San Gottardo (XVI secolo). Chiesa a tre navate con affresco di San Gottardo sulla facciata sotto il portico. All'interno sono custodite le statue di San Gottardo e San Venanzio, un altare in legno antico e numerosi ex voto. Il campanile fu aggiunto nella prima metà del 1800 e si dice che i colloresi lo edificarono più alto di quello di Premosello per beffa nei confronti dei suoi abitanti.

2. Cappella di piazza XIV aprile (appena sotto la chiesa). Cappella con dipinti di XIX secolo raffiguranti la Madonna di Re e un incidente di caccia sul sentiero sotto la Colma, S. Pietro, S. Antonio Abate e Spirito Santo. Iscrizione sul timpano riguardante l’erezione della cappella per grazia ricevuta.

3. Incisione su gradino volto di animale, forse capra.

4. Cappella “della Bureta”, loc. San Bernardo (sentiero Colloro-Capraga). Cappella edificata in un punto panoramico con dipinti di XX secolo raffiguranti una Madonna con Bambino e cherubini, S. Antonio Abate circondato da animali, S. Bernardo d’Aosta, S. Venanzio e lo Spirito Santo.

5. Oratorio di San Bernardo (XV sec.), loc. San Bernardo. La struttura attuale è il risultato di un ampliamento di una cappelletta costruita verosimilmente dopo il “flagello delle cavallette” del 1364 e intitolata a San Bernardo di Aosta, conosciuto come protettore dalle infestazioni, per proteggere i campi da questi insetti. Successivamente, l’oratorio fu abbellito a più riprese da un altare e da un tabernacolo in legno scolpito e dorato, dall’affresco con San Bernardo e Sant’Antonio sopra la porta e dal portichetto retto da due colonne, che furono portate a spalla da Premosello.

6. Alpeggi di Capraga. Sono numerosi gli alpeggi di Premosello situati sul versante sempre più impervio che sale verso il cuore del Parco Val Grande. Caricati fino agli anni ’50 dagli alpigiani, oggi sono tappe intermedie di sentieri escursionistici. Fra questi Capraga, registrata nei documenti più antichi come Cravaga, è citata per la prima volta in un atto del 1389; oggi è disabitata ma nel 1617 contava più di 160 abitanti. Il suo nome pare sia legato al gran numero di capre che nei secoli passati erano allevate. Capraga si divide nei rioni di San Bernardo 5, Biogno 6, Bertòlo 7 e Sasso Termine 8.

7. Bertòlo. Due nuclei di baite prossimi tra loro, con esempi ben conservati di architettura rurale tradizionale; tra le baite si osserva una bella fontana con vasca in pietra e una cappella (7) ridipinta di recente con affreschi raffiguranti la Madonna di Re, il Santuario di Re, la Beata Panacea, S. Uberto Vescovo e lo Spirito Santo.

8. Sasso Termine: nucleo di baite che deve il nome alla pietra di confine che segna il passaggio tra il comune di Premosello e quello di Vogogna. A valle dell’alpeggi si trova un pilone votivo (8) di recente realizzazione con statuetta della Madonna con Bambino.

 

DA GUSTARE

Formaggio caprino della Val Grande (Cottini Marisa, via Curti 7, cottinimarisa.business.site) Borgo Monti s.r.l. Via Risorgimento, 9 - Fraz. Cuzzago, www.borgomonti.com: confetture, sciroppati, sughi, sott’olio.

Azienda Floricola di Paolo Zacchera – Compagnia del Lago, Via della Chimica, 2 28924 Verbania, www.compagniadellago.com; piante da thè.

Prima Latteria Turnaria, caseificio attivo ancora oggi.

 

PUNTI DI RISTORO

Circolo operaio ACLI Colloro (via Premosello, 16, fraz. Colloro)

Ristorante Proman (Via Sempione, 3)

Country Pub (via Milano, 9)

Happy bar (Piazza XXIX agosto)

Area attrezzata all’ingresso di Colloro (via G. Varetta) e al Bosco Tenso

 

ATTIVITA’ SPORTIVE E RICREATIVE

Escursionismo (Parco Val Grande, www.parcovalgrande.it)

Canyoning (www.verticaltrek.it; www.lagomaggiorecanyoning.it)

Canoa e kayak (www.canottieripallanza.it‎; www.kayakclubvaldossola.it)

Ippica (www.centroippicoboscotenso.it)

 

ALTRE AREE DI INTERESSE

- Colloro, centro storico con torchio del XVIII secolo e “museo” Ca’ Vegia, lavatoio;

- Sentiero natura del Parco Val Grande “Vivere in salita” da Premosello a Colloro (link)

- Sentiero geologico Vogogna-Premosello (link)

- Alpe Lut

- Traversata del Parco (Colloro-Malesco, per EE; link)

- Centro visita del Parco Val Grande "Casa Fontana Rossi" (Piazza XXIX Agosto)

- Via Geoalpina (link)

- Latteria Sociale Turnaria di Cuzzago (www.amossola.it)

- Fortificazioni militari della “Linea Cadorna” a Cuzzago, frazione di Premosello

- Cuzzago, Chiesa parrocchiale di S.Martino e Chiesa della Madonna dello Scopello (con Taxus baccata, albero monumentale)

- Oasi WWF del Bosco Tenso

- Ciclovia del Toce “In Bici tra i Boschi - Vogogna - Ornavasso”

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INTERRACED

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Informazioni

Difficoltà :

E

Dislivello :

452 mt.

Sviluppo :

5 km.

Tempo totale ore +/-:

2

Traccia GPS:

Segnale telefonico:

Buono

Come arrivare:

Meteo:

T = Turistico

Itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

 

E = Escursionistico

Itinerari che si volgono su terreni di ogni genere, oppure su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi, dove tuttavia i tratti esposti sono in genere protetti o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi né impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza dell’ambiente alpino, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. Costituiscono la grande maggioranza dei percorsi escursionistici sulle montagne italiane.

 

EE = Escursionisti Esperti

Si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minore impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza, nonché la conoscenza delle relative manovre di assicurazione. Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate. Per i percorsi attrezzati è inoltre necessario conoscere l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini).

 

EEA = Escursionisti Esperti, con Attrezzature

Questa sigla si utilizza per certi percorsi attrezzati o vie ferrate, al fine di preavvertire l’escursionista che l’itinerario richiede l’uso dei dispositivi di autoassicurazione.

 

Fonte CAI

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In particolar modo il tempo indicato per l'escursione può variare sensibilmente in base alla forma fisica ed al meteo.

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Cat. dislivello :

0/500 mt.

Cat. sviluppo :

0/5 km.

Cat. Tempo :

0/4 ore.