Trontano e i vigneti di Pello
PELLO 400 MT - TRONTANO 520 MT.
Sentieri : /
Il territorio comunale di Trontano è rinomato per i vigneti di “Prunent” coltivati proprio nelle aree degli antichi terrazzamenti all’imbocco della Val Vigezzo. La maggior parte del percorso si snoda attraverso questi caratteristici vigneti coltivati a ‘topia’ partendo dalla frazione Pello e giungendo fino al borgo di Verigo, e quindi attraversando le frazioni Cocco, Quara, Castello e Creggio. L’itinerario è accompagnato dal tracciato della Ferrovia Vigezzina-Centovalli.
IL PERCORSO
L’itinerario parte dalla frazione Pello. Quasi alla fine dell’omonima via si prende sulla sinistra la vecchia mulattiera che risale il versante terrazzato alternandosi a tratti su strada asfaltata (via Tassera). Giunti a una cappella all’incrocio su via Tassera, si intravede sulla destra il nucleo principale di Trontano e il campanile della chiesa parrocchiale: qui si prosegue diritto nel bosco, si vede in lontananza il Convento di Corcinesco. Avanzando si arriva all’area feste di Trontano. Si attraversa la Ferrovia Vigezzina e, tenendosi sulla sinistra, lungo via Paolo Ferraris si incontra il Municipio, il punto informativo e alcune strutture ricettive. Si prosegue su via Togano, uscendo dal centro e dirigendosi verso la frazione Cocco: si cammina sulla carrozzabile costeggiando la ferrovia fino a incrociare, sulla sinistra, uno sterrato che conduce in un’area di vigneti ancora coltivati. Attraversando nuovamente i binari, si risale verso via Togano che si percorre fino a quando non si trovano sulla sinistra le indicazioni per i mulini del Rio Graglia, che si raggiungono seguendo una bella mulattiera nel bosco. Lo stesso antico tracciato porta poco oltre alla caratteristica frazione di Verigo. Attraversata la strada carrozzabile, l’itinerario si snoda all’interno del borgo semi abbandonato fino ad arrivare all’oratorio di San Gregorio e al parcheggio. Da qui si ritorna verso Trontano seguendo un tratto di strada asfaltata che riporta all’imbocco della mulattiera per i Mulini; si ritorna agli stessi e si ripercorre tutto il tratto fatto all’andata fino ad arrivare su via Togano, dove, sulla sinistra, si segue l’indicazione per la vecchia mulattiera che riporta a Trontano passando per la frazione Cocco. Stando su via Viscardi si giunge alla frazione Quara e da qui a Castello. Seguendo via Castello si scende sulla via principale di Trontano (via Paolo Ferraris) che si percorre tenendo la sinistra. Si prosegue quindi su via Strada Vecchia, dove si prende il sentiero nel bosco che, attraversando la ferrovia, ridiscende il versante fino alla località Creggio. Da qui si prosegue stando sulla destra costeggiando nel primo tratto i binari e poi immergendosi nel bosco, fino ad arrivare al punto di partenza.
TERRAZZAMENTI
Il paesaggio di Trontano è caratterizzato da pendii fittamente terrazzati, sia con i classici muretti a secco, sia mediante terrapieni (ciglioni). La gran parte dei terrazzi è coltivato a vite. Tra i vitigni spicca il Prünent, il più antico conosciuto in Ossola. Ancora oggi la coltivazione tipica è “a pergola”, localmente chiamata “topia”, sorretta da grandi monoliti di beola. Questo tradizionale sistema di coltivazione permette di ridurre i problemi legati alla presenza di animali selvatici e di lavorare all’ombra durante l’estate. Il fatto di essere coltivata su terrazzamenti, inoltre, riduce il rischio di gelate durante l’inverno. Spesso i terrazzamenti coltivati a vite sono inerbiti, così che, grazie alle nevicate, si abbia un’adeguata quantità di risorse idriche per l’estate. Un tempo sotto i pergolati di vite, d’inverno, veniva coltivata la segale ed altri cereali adatti al clima di montagna. I vigneti si trovano a Trontano soprattutto nella località di Pello. Una buona parte dei terrazzamenti ancora oggi sfruttati si caratterizza, oltre che per la vite, per la coltivazione di altre piante da frutto come pere, mele e mirtilli, come orti privati o di aziende agricole.
Il paesaggio di Trontano è caratterizzato, oltre che dai terrazzamenti, anche dalle numerose cave di beola che per decenni hanno costituito una delle principali fonti di lavoro per le comunità. Tra queste la più famosa è la Cava del Croppo. La beola, pietra scistosa facilmente divisibile in lastre, era utilizzata soprattutto per le coperture dei tetti ancora ben conservati nelle costruzioni locali tradizionali, ma anche per pavimentazioni o gradini, balconi, mensole, stipiti di porte e finestre... La pietra era naturalmente sfruttata per la costruzione dei muretti a secco e non da ultimo come sostegno dei vigneti.
PUNTI DI INTERESSE
1. Pello un piccolo nucleo di case circondato da innumerevoli vigneti.
2. Cappella “Dal Cropp” di XVIII secolo con coevi dipinti raffiguranti la Madonna di Einsiedeln, S. Pietro e S. Carlo, S. Giovanni Evangelista, S. Leonardo, lo Spirito Santo e cherubini e due tondi con S. Rocco e S. Lucia; una croce è dipinta su un muro laterale.
3. Cappella “di Checc” (lungo la strada che sale da Masera prima di entrare in paese) Cappella di XVII secolo con coevi dipinti raffiguranti l’Annunciazione, un santo vescovo, S. Antonio Abate, Padre Eterno, Spirito Santo e cherubini, due sante non identificabili.
4. Convento di Corcinesco, isolato nei boschi rispetto all’abitato principale, il Convento è un luogo protagonista di molte leggende locali. Non è certa, infatti, la sua storia, che prende in esame diverse ipotesi: da castello a convento visitato da Fra Dolcino, fino a dimora delle streghe. Si tratta di un edificio alto e stretto, che ricorda una casaforte.
5. Oratorio di San Giacomo sorge isolato sul promontorio dietro la chiesa parrocchiale fuori dal centro del paese. Risale probabilmente alla seconda metà del XVII secolo. L’esterno, molto semplice e caratterizzato da un intonaco bianco, presenta un affresco sotto il timpano raffigurante la Madonna col Bambino adorato da S. Giacomo. L’interno conserva sopra l’altare dipinti raffiguranti Santa Alessandrina, Santa Melania e la Madonna col Bambin Gesù; Sant’Antonio da Padova e San Giacomo.
6. Chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine. La chiesa conserva l’originaria facciata romanica in lastre di beola, con archetti romanici rifiniti con incisioni lineari, spiraliformi e a dente di sega e con i capitelli decorati con motivi geometrici e testine umane. Le più antiche attestazioni dell’edificio risalgono al 1294 e al 1298. La pianta antica era un’aula rettangolare (l’attuale navata centrale) orientata da ovest verso est con abside semicircolare, demolita nel rifacimento del 1554 ricordato da una lapide all’interno della chiesa. Tra il 1652 e il 1690 l’abside fu sostituita da un coro quadrato, mentre alla fine del Settecento fu aggiunto il protiro davanti al portale.
7. Poco distante davanti alla chiesa e in posizione panoramica su uno sperone roccioso si trova il campanile, ben visibile da ogni punto del capoluogo. La scritta A+MO (Anno Domini Millesimo) scolpita sulla base, farebbe risalire la sua costruzione alla fine del secolo X probabilmente insieme all’originaria chiesa. Della struttura originale resta solo la parte inferiore e una doppia fascia di archetti.
8. Oratorio di Gesù lavoratore (già oratorio di Santa Marta) fu costruito nel XV secolo dalla Confraternita di Santa Marta ed è stato affrescato dal pittore Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761). Sopra il portale in facciata si vede un dipinto della Santa del 1765. All’interno, sul fondo del presbiterio, si trova una pala in bronzo su mosaico dello scultore Luigi Fornara (1906-1966) dedicata a Gesù lavoratore, a cui è stato re-intitolato l’oratorio nel 1965.
9. Cappella di Cristo Risorto o dei Morti (tra chiesa parrocchiale e oratorio S. Marta) di XVIII secolo con dipinti del ‘900 raffiguranti la Resurrezione di Cristo, S. Giuseppe, S. Leonardo, S. Giacomo Maggiore, S. Antonio da Padova, Padre Eterno e due angioletti; due medaglioni raffigurano s. Pietro e la Madonna, mentre sui piedritti vi sono due immagini di profeti.
10. Cappella di tutti i santi o del SS. Sacramento (piazza della stazione) di XIX secolo con dipinti raffiguranti Padre Eterno e Spirito Santo con cherubini, un ostensorio sorretto da due angioletti, S. Carlo e S. Marta inginocchiati, S. Giuseppe, S. Leonardo, angioletti e cherubini; in due tondi vi sono raffigurati S. Lucia, due santi vescovi, una santa non identificabile.
11. Cappella del ponte Graglia: edicola votiva inserita a metà del ponte sul rio Graglia con dipinto della Madonna di Re del pittore vigezzino Lorenzo Peretti (prima metà XIX secolo).
12. Cappella della Graglia o di mulìt di XIX secolo con crocifisso in bronzo e dipinti attribuibili a Lorenzo Peretti raffiguranti S. Giovanni Battista e un’altra figura di santo pressoché illeggibile.
13. Mulini del Rio Graglia: si tratta di sei mulini risalenti alla fine del XVII secolo. Erano in passato utilizzati per la macinazione dei cereali – soprattutto segale – e sono stati sfruttati fino alla seconda Guerra Mondiale, dopodiché caddero in disuso. L’area è stata risistemata e attrezzata come “museo all’aperto”.
14. Cappella Valegia: con dipinti di XVIII secolo di Giuseppe Mattia Borgnis raffiguranti la Madonna di Re, S. Giuseppe, S. Elisabetta, S. Giovanni Evangelista, S. Antonio da Padova, S. Pietro, S. Lorenzo, S. Paolo, Padre Eterno e tre cherubini, il velo della Veronica, S. Gregorio Magno, S. Ambrogio.
15. Verigo frazione ormai pressoché disabitata, caratteristica per l’architettura tradizionale in pietra ben conservata. Gli edifici più antichi, antecedenti il XV secolo, spiccano per le grandi pietre impiegate nelle murature e per la presenza di architravi semiellittiche o triangolari con segni incisi, per le balconate in pietra e legno e le scale sospese o sostenute da archi. Presso la frazione si trova il seicentesco oratorio di San Gregorio.
16. Cappella da la Crosc a Cocco (mulattiera per i Mulini) Cappella di XVIII secolo con coevo dipinto del Padre Eterno e cherubini; di XX secolo sono gli affreschi raffiguranti la Madonna con Rosario, S. Caterina d’Alessandria, S. Giuseppe, S. Leonardo, S. Luigi Gonzaga.
17. Cappella di S. Giulio a Cocco (mulattiera per i Mulini) Cappella di XVIII secolo con dipinti coevi raffiguranti lo Spirito Santo, i cherubini, motivi decorativi e il Padre Eterno. Di XX secolo sono, invece, affreschi raffiguranti la Madonna Assunta, S. Pietro, S. Giulio.
18. Nuclei di Cocco e Quara conservano ancora alcuni edifici storici dal carattere rurale ed elementi architettonici caratteristici, quali vecchie fontane e case con affreschi, tra i quali ricorre la Madonna di Re.
19. Località Castello è il nucleo di Trontano più caratteristico e antico, caratterizzato da case in pietra, vicoli stretti, un vecchio torchio (via Tignolino) e il medioevale edificio del cosiddetto Castello, che fu la residenza dei Conti de Salatis dal XIII secolo. Oggi è disabitato, ma fu abitato fino agli anni ‘90.
20. Cappella dul Scior Cunt o di San Leonardo di XX secolo con dipinti, attribuibili ad Antonio Cotti, raffiguranti Madonna di Re, S. Pietro e S. Antonio da Padova, S. Giacomo Maggiore, S. Lorenzo, Spirito Santo e cherubini.
21. Oratorio di San Leonardo sorge isolato su un promontorio fuori dall’abitato di Trontano e risale alla metà del XIII secolo. Ha navata unica, un porticato d’ingresso, una sacrestia e campanile. L’interno conserva affreschi rappresentanti il Santo che libera dalle catene i prigionieri, con un cerchio di angeli che gli offrono una ghirlanda e l’Incoronazione di Maria Vergine. Sono custoditi numerosi ex-voto poiché in passato i devoti provenivano da tutta l’Ossola per richiedere grazie a San Leonardo o ringraziarlo.
22. Affresco dell’Annunciazione su edificio all’incrocio tra via Strada Vecchia e via Pigiaia (foto 3643-44) entro cornice mistilinea, occupa l’intera parete dell’edificio, ed è databile al XIX secolo.
23. Torre di Creggio: sorta probabilmente nel XII secolo, fu danneggiata nel ‘400 e poi risistemata per volontà di Ludovico il Moro dopo la battaglia di Crevola del 1487. Pare sia stata rifugio nel XIII secolo dell’eretico Fra Dolcino, che alcune cronache dicono sia nato proprio a Trontano.
24. Cappella “del Sciatin” (Pello, oltre le case nel bosco) di XIX secolo con dipinti raffiguranti la Madonna di Re, S. Giuseppe e S. Antonio Abate, S. Leonardo e S. Giovanni Battista, S. Pietro e S. Rocco, lo Spirito Santo e il velo della Veronica.
DA GUSTARE
Vino Prunent: azienda Vitivinicola Edoardo Patrone, Borgata Baceno 51 – Domodossola www.edoardopatrone.com;
Cantine Garrone srl, Via Scapaccino 36 – Domodossola - www.garronevini.it
Miele: Nettare d’amore di D’Amore Pietro, Via Provinciale 156 - Trontano
Formaggio ossolano: Marina Della Piazza, Via Quarata 16 - Frazione Cosasca
Marrone di Trontano, prodotto nella frazione Marone.
Funghi porcini: la zona è ricca di funghi e in particolare del pregiato porcino. Nel mese di settembre si svolge da molti anni la rinomata Sagra del Fungo.
Pane di segale e credenzin: tipico pane delle comunità di montagna fatto con i cereali più resistenti al freddo, quale appunto la segale, che un tempo era coltivata sui terrazzamenti sotto i pergolati di vite, preparato anche nella versione arricchita di frutta secca (credenzin).
PUNTI DI RISTORO
- Bar Trattoria Stazione, Piazza Paolo Ferraris, 10
- Trattoria Dello Sport, Via Provinciale n.163 – Loc. Croppo
- Trattoria Isola, Via Provinciale, Loc. Croppo
- Trattoria San Giorgio, Via Provinciale n. 57
-Trattoria Vigezzina, Strada Statale 337, n. 56
- Osteria Da Po, Strada Statale 337, n. 8
ATTIVITA’ SPORTIVE RICREATIVE
- Escursionismo: Parco Val Grande, Val Vigezzo
- Pista ciclabile: Ciclovia del Toce “in Bici tra i Fiumi”
- Percorsi mountain bike: Trontano - Rif. Parpinasca; Alpe Pescia
ALTRE AREE DI INTERESSE
- Casa-Museo della Lana
- Rete dei sentieri del Parco Val Grande, tra cui il sentiero natura “Lungo il filo di una traccia. Le tracce degli animali” Trontano - Alpe Faievo che prosegue fino al Rifugio Parpinasca;
- Complesso incisioni rupestri (Alpe Sassoledo, Alpe Noccola),
- Statua stele in località Causasca
- “La via del Mercato” (Itinerario escursionistico)
- Ferrovia Vigezzina Centovalli (www.vigezzinacentovalli.com/)